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Jorge R. Pombo

(Barcelona, 1973)

Variation on Leonardo da Vinci's "Salvador Mundi" (2)

2022

Olio su lino

260 × 180 cm / 101,4 × 70,2 in

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Dimensione e Peso:
260 × 180 cm
statement

Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò;

maschio e femmina li creò.

GENESI, 1,27

Gli Etiopi credono che [gli dei) siano camusi e neri, i Traci,

che abbiano occhi azzurri e capelli rossi ... ma se i cavalli

avessero le mani e sapessero disegnare, i cavalli disegnerebbero

gli dei simili a cavalli.

Senofane di Colofone (500 a.C. circa)

Nel 2017 è stato messo all’asta da Christie’s New York il

dipinto più costoso della storia: un Salvator Mundi, attribuito

a Leonardo da Vinci. Il prezzo pagato dall’investitore è stato

di circa 450 milioni di dollari.

Il dipinto, datato tra il 1499 e il 1500, mostra Gesù Cristo

che ci benedice con la mano destra mentre con la sinistra

tiene un globo di vetro, metafora dell’universalità del suo

messaggio.

Sia Leonardo che chi ha commissionato questo dipinto

hanno immaginato il figlio di Dio come una proiezione ottimizzata

della propria etnia: maschio, bianco, giovane e di

presenza ipnotica.

Quando ho ricevuto l’invito dal Camerun a partecipare al

suo padiglione, ho pensato di ricreare l’immagine del figlio

di Dio come vorrebbe vederla un camerunese, e mi è sembrato

doppia-mente opportuno esporla in una delle capitali

della cristianità e della controriforma: Venezia.

Mi interessa l’idea di fare un dipinto che abbia la credibilità

del vecchio ma che presenti quell’anacronismo e che ci inviti

a chiederci se accettiamo o meno quel personaggio come

fi-glio di Dio, proprio per il colore della pelle, perché in tutto

il resto è uguale al Salvator Mundi di Leonardo.

Una Trinità di dipinti di grande formato accompagna questa

immagine in un processo di dissoluzione, di smaterializzazione.

Se Dio esiste, è sensato credere che ce ne sia uno

solo, poiché sarebbe troppo umano credere che ce ne sia

uno per ogni etnia. Ho sempre creduto nell’inconveniente di

adorare oggetti e simboli che usiamo in sostituzione di Dio

perché l’esperienza dei secoli ci mostra che li usiamo in un

modo che ci mette di fronte e ci separa da qualsiasi gruppo

etnico che non è il nostro.

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