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Jorge R. Pombo | Metavisioni
Il contemporaneo come nuova percezione del classico
8 novembre 2025 – 25 gennaio 2026
Fondazione Sicilia, Villa Zito, Palermo
Viale della Libertà, Palermo
Testo Critico

 

Estratto dal testo di Sergio Intorre

 

Alcuni artisti dialogano con la storia, altri la scandagliano e la destrutturano, scardinandone le certezze per rivelarne le zone d’ombra, le ambiguità, la vitalità ancora intatta.

Jorge R. Pombo appartiene a questa seconda categoria: la sua pittura nasce da un incontro diretto con la tradizione, ma ne ribalta i presupposti, dissolvendo la distanza temporale e trasformando la memoria in presenza. La mostra Metavisioni, ospitata nella Pinacoteca di Villa Zito, sede della Fondazione Sicilia, rappresenta un nuovo capitolo di questa incessante riflessione sull’eredità del classico e sulla sua rinascita nel linguaggio del contemporaneo. Undici opere compongono il percorso espositivo. Sette di esse sono variazioni su altrettanti dipinti appartenenti alla collezione della Fondazione Sicilia: Cristo e la Samaritana di Mattia Preti, Giuditta e Oloferne di Luca Giordano e cinque vedute di Francesco Lojacono: Tempio di Castore e Polluce, Orto botanico (in giardino), Ficus Magnolia (1), Ficus Magnolia (2) e Monte Pellegrino. A questi si aggiunge una straordinaria rilettura della Natività con i Santi Lorenzo e Francesco di Caravaggio, trafugata dall’Oratorio di San Lorenzo di Palermo nel 1969 e mai più ritrovata. Con questo lavoro, Pombo restituisce all’immaginario collettivo non la copia dell’opera perduta, ma la sua presenza emotiva, la sua ombra luminosa. Completano l’esposizione tre pannelli preparatori inediti del progetto dedicato alla Cappella Sistina di Michelangelo, realizzati in continuità con il monumentale Giudizio Universale esposto a Milano nel 2025. Queste opere, mai presentate al pubblico, rivelano la dimensione più sperimentale e processuale del lavoro di Pombo, dove la pittura si manifesta come costruzione, ma anche come dissoluzione del visibile. Il titolo della mostra, Metavisioni, è già una dichiarazione di poetica: la pittura di Pombo non si limita a guardare il classico, ma lo attraversa, lo oltrepassa, lo rigenera in una nuova dimensione percettiva. In questo senso, la sua è un’arte “meta”, cioè oltre: oltre la visione e oltre la rappresentazione. Ogni opera è il risultato di un processo di traduzione e di perdita, in cui la figurazione cede il passo alla materia cromatica e la narrazione si dissolve in un campo visivo che vibra di energia pura. Come nota Vera Agosti, in occasione della recente esposizione del Giudizio Universale di Pombo alla Fabbrica del Vapore di Milano, “Sciogliere e sfumare significa svuotare la dimensione narrativa della pittura, presentare gli opposti nel gesto pittorico (figurativo e informale): si comprende la presenza della figurazione ma non si legge distintamente. [...] Non si dipinge l’emozione per il contenuto dell’immagine, l’emozione sta nella pennellata. La sua è metapittura, una pittura che parla della pittura stessa”.

Opere

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